E’ il 1° agosto 1976, la decima gara stagionale di Formula Uno si sta disputando sul prestigioso circuito del Nürburgring che si snoda intorno al Castello di Nürburg, in Germania.
Niki Lauda, che aveva vinto il suo primo campionato mondiale di Formula Uno per la Ferrari l’anno precedente, sta guidando la classifica, ma al famigerato Km 22,8 la sua auto si precipita fuori pista e scoppia in fiamme.
L’auto è in fiamme, Niki Lauda non esce, passa un lunghissimo minuto prima che altri piloti si fermino e riescano a soccorrerlo e a tirarlo fuori.
Le immagini dell’incidente fanno il giro del mondo.
Pochi giorni prima, Lauda aveva dichiarato in un’intervista:
Al Nürburgring, se la tua auto ha un problema, sei morto al 100%”.
La determinazione di Niki Lauda
In quell’incidente Lauda riporta numerose ustioni dal primo al terzo grado su viso e mani e inala fumi tossici che gli danneggiano i polmoni.
Nelle settimane di assenza dalle gare, Hunt riesce a recuperare molti punti diventando il suo principale avversario nel mondiale.
Lauda vede i successi del suo avversario in televisione mentre viene sottoposto a dolorose sedute di drenaggio e medicazione dei polmoni.
Nonostante la gravità dei danni riportati e il dolore provocato dalle ustioni e dalle pesanti terapie a cui deve sottoporsi, Lauda fa di tutto per guarire velocemente e tornare a correre.
Torna a gareggiare al Gran Premio d’Italia ad appena 42 giorni dall’incidente, nonostante non fosse ancora completamente guarito e avesse un problema alle palpebre che non gli consentiva di avere una visione perfetta.
Quella gara è un grande esempio di determinazione, forza di volontà e passione: Niki corre con una vistosa fasciatura in testa e un casco appositamente modificato, con le ferite non ancora rimarginate che macchiano di sangue i bendaggi.
Lauda ha lottato con tutte le sue forze per riprendersi e continuare a gareggiare, per seguire la sua passione, per conseguire i risultati per cui tanto aveva lavorato.
E dimostra al mondo quanto la determinazione e la passione costituiscano la vera forza di un uomo.
La saggezza di Niki Lauda
In quella stagione Lauda ha mancato solo due gare e aveva ancora un vantaggio di tre punti su James Hunt, durante il Gran Premio del Giappone.
È il 24 ottobre, sul circuito del Fuji piove ininterrottamente e la pista è completamente allagata; la nebbia impedisce la visibilità.
C’è la possibilità di non correre mancando i presupposti per una minima sicurezza, ma la corsa prende comunque il via.
Lauda, partito dalla seconda fila, perde progressivamente posizioni e dopo due giri si ferma ai box e scende dalla macchina abbandonando la gara.
Dichiara di non volere continuare la gara sotto al diluvio, Niki preferisce vivere.
Hunt continua la gara vincendo il suo unico titolo mondiale.
Il campione che aveva lottato con tutte le sue forze per rimettersi subito in pista e vincere il campionato, decide che la vita è più importante della vittoria, che la vittoria non è a tutti i costi, che in realtà aveva già vinto sopravvivendo e rimettendosi in piedi.
La stagione successiva, nel 1977, Lauda vince il suo secondo campionato mondiale di Formula 1 con la Ferrari.
Lascia la Formula 1 alla fine del 1979 per perseguire la sua seconda passione, l’aviazione civile.
Torna in gara nel 1982, con la McLaren, con la quale vince il suo ultimo titolo di campione del mondo nel 1984.
La storia di Niki Lauda è una storia di serietà, determinazione, impegno e saggezza.
Tutti possiamo prendere esempio dalla sua forza di volontà e imparare ad utilizzarla per rialzarci anche nei momenti più difficili, senza mai perdere di vista il valore per la cosa più importante che abbiamo: la nostra vita!